Il decreto aiuti quater ha portato un riassetto generale del Superbonus sia per quanto riguarda le aliquote, che le scadenze che alcuni requisiti per poter ottenere questa agevolazione.
Lo scopo del nuovo governo sembrerebbe quello di arrivare ad un’unica agevolazione così da rendere più semplice il sistema ormai troppo articolato dei bonus sui lavori sia di ristrutturazione che di efficientamento energetico fatti sulle case, purtroppo però per arrivare a questo occorre cercare di dare delle regole e dei tempi per la conclusione dei lavori già avviati relativi a questo famoso superbonus 110%.
Partiamo dai progetti in corso e che avranno diritto al 110% vale a dire:
- le persone fisiche proprietarie di singoli edifici unifamiliari che al 30 settembre 2022 avevano completato il 30% dei lavori è concesso di ultimare i lavori entro il 31 marzo 2023 al 110%;
- potranno avvalersi della % del 110% fino al 31 dicembre 2023 ancora tutti i condomini e persone fisiche proprietarie di edifici da 2 a 4 unità abitative che entro il 25 novembre siano riusciti a presentare la CILAS a condizione che la delibera assembleare sia stata presa prima del 24 novembre 2022. Si sta già discutendo di una possibile proroga poiché il fatto che fosse necessario presentare la cilas entro il 25 novembre era un tempo troppo breve parecchia amministratori non sono assolutamente stati in grado di poter concludere l’iter di una assemblea condominiale di conseguenza nemmeno della presentazione della CILAS.
Il decreto aiuti quater poi riduce l’aliquota dal 110 al 90% ma vediamo per chi:
- per i proprietari di unità indipendenti ; a condizione che l’edificio sia adibito ad abitazione principale del contribuente che sostiene le spese e dovrà avere un reddito di riferimento non superiore ai 15.000 Euro calcolato utilizzando non l’ISEE ma il quoziente familiare.
- per tutti quei condomini che non sono riusciti a deliberare entro il 24 novembre e tanto meno a presentare la CILAS l’aliquota passerà al 90% per tutto il 2023, per poi scendere al 70%nel 2024 e 65% nel 2025;
L’altra grande novità del superbonus che a questo punto potremmo chiamare al 90% riguarderebbe il tempo di recupero del credito che potrebbe essere spalmato in 10anni e questo chiaramente porta a grossi stravolgimenti anche per quanto riguarda al cessione del credito. L’intenzione sarebbe quella di sbloccare la cessione dei crediti concedendo più tempo per il recupero del credito si potrebbe allungare anche la durata dei rimborsi si dovrebbe in questo modo ridurre il rischio di incapienza poiché il credito da acquistare da parte delle banche dovrebbe essere chiaramente ridotto essendo più diluito nel tempo ed in questo modo dovrebbe per così dire liberare delle risorse per altre operazioni.
Questa possibilità non piace però a nessuno, il problema è appunto che in questo caso il tempo è denaro poiché allungare i tempi vuol anche dire guadagnare di meno. Facciamo questo esempio su una operazione di 100k euro con rimborso di 110 in quattro anni chi comprava il credito avrebbe effettuato una operazione al 3,9% annuo, se la stessa operazione viene spalmata in 10 anni il rendimento scende all’1,8% quindi viene meno la convenienza di acquistare questi crediti da parte ad esempio delle banche di conseguenza anche lo sconto in fattura diventerà più difficile poiché a sua volta il fornitore farà fatica a cedere il credito a condizioni vantaggiose o quanto meno paritarie. Quindi allungare il tempo a 10 anni può aver un senso solo se il credito viene per così dire tenuto dal contribuente e portato in detrazione in dichiarazione dei redditi ma così facendo vuol dire avere la liquidità necessaria a fare i lavori oppure dover fare un finanziamento ed allora forse economicamente non potremo più parlare di un 90% ma sicuramente di meno, sarà sicuramente necessario trovare un’altra soluzione allo sblocco della cessione dei crediti altrimenti il superbonus è destinato a chiudersi.
Le associazioni di categoria come l’Abi e l’Ance hanno proposto di compensare automaticamente una quota pari all’1% degli F24 per i versamenti fiscali e contributivi dei clienti con i crediti da bonus edilizi.
Non so se questa % potrà essere sufficiente per sbloccare i crediti e non so se e come le banche potrebbero ancora acquistare i crediti non vedo un guadagno per le banche ma a mio avviso solo una partita di giro complicata da elaborare.