RIFORMA CATASTO 2026 – COSA CAMBIERÀ

https://youtu.be/gX0JVDpf16E

Tutte le tasse sui nostri immobili, cosa cambierà con la riforma del catasto? Ma ci sarà una, vera, riforma del catasto?

Ancora una volta a farla da padrone nelle varie manovre di fine anno in preparazione alla legge di bilancio oltre alle pensioni alla lotta contro l’evasione fiscale ci sono le nostre case!

Draghi ha già promesso che non ci sarà nessuna patrimoniale, ha promesso che verrà prolungata la scadenza del superbonus 110%, staremo a vedere per chi ed effettivamente fino a quando e fin qui tutto bene, però ha anche parlato di una riforma del catasto e quindi le tasse sulla casa? Che fine faranno perché’ ormai abbiamo imparato che si calcolano sul valore catastale!

Vediamo quali sarebbero le tasse che potrebbero subire delle variazioni e quindi vediamo quali sono le tasse sulle nostre case.

Imu

Quella che sicuramente conoscono tutti i proprietari di case, che non sia l’abitazione principale è l’imu (imposta municipale sugli immobili) alla quale dal 2020 è stata accorpata la vecchia Tasi; per calcolare l’Imu si parte dalla rendita catastale! Ricordiamo che l’Imu si versa comunque su tutti i fabbricati, sulle aree fabbricabili e sui terreni agricoli. Cosa importante l’aliquota Imu è decisa dai Comuni.

Tari

Insieme all’Imu versiamo la Tari (tassa per i rifiuti) ma il calcolo della tari non si basa sulla rendita catastale, tuttavia il comune oltre ad altri parametri prende a riferimento i mq dell’appartamento ed ormai sappiamo che nella visura catastale sono anche riportati i mq, almeno su quelle aggiornate, ma se parliamo di aggiornamento catastale direi che dal 2026 probabilmente le misure saranno tutte riportate.

Acquisto iva

Ci sono poi le tasse sul passaggio di proprietà e quindi se acquistiamo un immobile da impresa sappiamo che è soggetto ad iva pari al 4% se prima casa oppure 10% se seconda casa o aliquota ordinaria se beni strumentali ecco, per l’Iva che vi sia una eventuale variazione della rendita catastale poco importa poiché’ l’Iva non si paga sul valore catastale ma sul prezzo di vendita dell’immobile!

Acquisto registro

Discorso diverso invece se acquistiamo un immobile da privato, dovremo pagare la tassa di registro pari al 2% se prima casa oppure 9% se seconda casa ed in questo caso la tassa di registro viene calcolata sul valore catastale dell’immobile ecco qui che diventa quindi importante il valore della casa, come abbiamo visto nel mio video in cui vi parlavo della rendita catastale una cosa è calcolare il 2% sul valore catastale ad esempio di 50.000,00 un conto è il 2% su 150.000,00!

Cedolare secca

In Italia il mattone è sempre stato considerato un investimento sicuro e circa il 75% delle famiglie è proprietario di un immobile ma sappiamo che anche chi affitta un immobile deve pagare un’imposta e conosciamo già la possibilità di versare la cedolare secca, ossia l’imposta sostitutiva dell’IRPEF, che può essere al 21% oppure al 10% in caso di determinati tipi di contratti.

Plusvalenza

Infine occorre fare attenzione all’eventuale plusvalenza in caso di rivendita di un fabbricato, prima dei cinque anni, ossia alla differenza fra quanto dichiarato in sede di acquisto e quanto dichiarato in sede di rivendita, su questa plusvalenza di paga un’imposta che per alcune categorie anche in questo caso può essere sostituita da un’aliquota secca pari al 26% considerata appunto come imposta sostitutiva versata subito in sede di atto ma anche in questo caso ha poca importanza la rendita e quindi il valore catastale dell’immobile compravenduto.

Quindi abbiamo capito che una eventuale riforma del catasto qualche contraccolpo potrebbe crearlo o forse chissà invece si potrebbe finalmente arrivare ad una situazione più equa sul pagamento delle tasse anche sulla casa, abbiamo capito bene che parametrare i pagamenti sul valore catastale non sempre è giusto, pensiamo a chi acquista una casa nuova da costruttore e paga il 4% di iva rispetto a chi acquista un vecchio fabbricato spendendo solo il 2% sul valore catastale che non è assolutamente in linea con quanto effettivamente pagato poiché’ i valori catastali come dice lo stesso draghi sono numeri senza senso e quindi vorrei introdurre dei parametri più vicini alla realtà del mercato tutto questo a partire dal 2026. La riforma catastale prevedrebbe anche una lotta al sommerso ossia a quegli immobili fantasma che sfuggono all’attuale catasto.

Quindi riepilogando, le tasse che potrebbero subire delle variazioni a causa della variazione della rendita catastale che è poi la base imponibile di calcolo sono: l’Imu e la tassa di registro in sede di acquisto! Non mi sembra una cosa così drammatica certo sarà necessario portare ordine anche nelle aliquote sia che si acquisti una nuova costruzione piuttosto che un vecchio fabbricato.

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