Abbiamo tanto parlato di superbonus in questi mesi, abbiamo visto quali sono le regole, chi può utilizzarlo, quali sono i limiti, ma abbiamo tutti paura!
Proverei a fare un gioco, lo definisco gioco, proprio perché magari fa meno paura ma può darci una prima indicazione di quali potrebbero essere i lavori giusti da svolgere sulla nostra casa, quali potrebbero essere i costi e come fare per recuperare questi costi, alla fine del gioco decideremo se affrontare la realtà o arrenderci.
Partiamo da una casa/villetta costruita nel 1966, con piano interrato di autorimessa e vari locali di sgombero, tavernetta lavanderia cantina, al piano primo tutto su un piano un appartamento con corridoio, grande cucina, soggiorno, tre camere ed in fondo al corridoio il bagno, sopra un sottotetto non abitabile.
La casa è un ante ‘67 quindi qualcuno di voi penserà che non c’è da preoccuparsi in merito alla regolarità urbanistica e catastale, ma nel 1993 la casa è stata ereditata dalla figlia la quale ha fatto dei piccoli lavori di manutenzione, ha cambiato i pavimenti, le porte interne, ha sostituito la caldaia che era a gasolio, durante i lavori di ristrutturazione ha anche buttato giù un paio di tramezzi ed ha fatto un bagno in più, a questo punto la casa non è più conforme a quanto autorizzato, quindi il primo passo da fare è chiamare un geometra, un architetto per iniziare subito la pratica urbanistica necessaria a regolarizzare lo stato di fatto della casa, nel frattempo chiamerei anche il termotecnico perché sicuramente nel 1993 non abbiamo fatto fare nessun certificato energetico.
La casa strutturalmente è sempre la stessa una costruzione semplice, a questo punto i proprietari approfitterebbero del 110% per migliorare la qualità energetica della casa per lasciarla in eredità ai figli con un valore di mercato migliorato.
Vediamo ora come potremmo impostare il nostro gioco….
Ipotizzando che sicuramente oggi sarà una casa in classe energetica G sarà necessario migliorare di almeno due classi energetiche, partiamo dal lavoro trainante indicato dal nuovo decreto ossia l’isolamento termico delle pareti verticali, orizzontali ed oblique riscaldate della casa a contatto con una superficie fredda, quindi misuriamo la nostra casa, un semplice calcolo di vecchia geometria, ricordo che la normativa dice che il cappotto va posato su almeno il 25% della superficie disperdente della casa ossia sulle pareti riscaldate a contatto con l’esterno o comunque con zone non riscaldate.
Decidiamo anche di fare il secondo lavoro trainante ossia la sostituzione dell’impianto di riscaldamento, sostituendo la vecchia caldaia con una caldaia a condensazione più performante.
A questo punto potremmo fare ancora altri due lavori importanti nella riqualificazione energetica della casa, ossia la sostituzione dei serramenti che possono essere trainati nel 110%, la posa di un impianto fotovoltaico con un sistema di accumulo.
A questo punto abbiamo il totale dei lavori che abbiamo deciso di eseguire, sappiamo quanto potremmo recuperare con il110% e possiamo decidere come recuperarli. Se abbiamo sufficiente capacità reddituale la soluzione migliore è sicuramente quella di tenerci il credito, se questa opzione non fosse possibile potremmo decidere di chiedere lo sconto in fattura a qualche fornitore e tenerci qualche costo in detrazione dalla dichiarazione dei redditi, oppure possiamo decidere se cedere il nostro credito ad una banca o ad una assicurazione con un recupero che chiaramente non sarà più del 110% ma inferiore.
Ora non rimane che decidere se procedere o arrendervi, lo so ci sono situazioni molto più complicate ma ci sono anche tantissimi immobili semplici, come questa nostra vecchia casa, di facile riqualificazione e così veramente potremmo lasciare un bel futuro ai nostri figli e contribuire al miglioramento ambientale del nostro pianeta, se tutti facessero un po’ un po’ sarebbe tanto.