L’ormai famoso decreto rilancio Italia è diventato legge, attendiamo le guide esplicative che saranno emesse dell’agenzia delle entrate ma il decreto è finalmente diventato legge ed ora conosciamo esattamente qual è la normativa da rispettare a partire dal 01 luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021, con l’eccezione per l’istituto autonomo delle case popolari per le quali si avrà una proroga fino al 30 giugno 2022.
Questa è la più grande opportunità di rilancio dell’edilizia degli ultimi anni, è necessario capire esattamente come riqualificare le nostre case, le nostre città ma soprattutto non crediamo che possiamo riqualificare le nostre case gratis! Il vero obiettivo è la riqualificazione e non è una speculazione economica! Quindi chiaramente la cosa fondamentale è affidarsi a tecnici preparati professionisti esperti, occorre affidarsi ad una squadra preparata, da soli non si arriverà da nessuna parte!
Le figure che saranno coinvolte in questo progetto non saranno le solite e non ci si può fermare solo a chiedere al nostro idraulico – elettricista o muratore di fiducia come fare, interverranno più soggetti fra cui anche enti finanziatori con i quali non sempre siamo portati a colloquiare, come istituti di credito, tecnici professionisti che seguiranno tutto l’iter dalla progettazione e per tutta la fase lavorativa, per non dimenticare sicuramente la necessità di un commercialista che potrà consigliarci su come operare per non rischiare di perdere le agevolazioni che credevamo ormai di avere in tasca.
Partiamo dal capire quali saranno i lavori consentiti per arrivare alla detrazione, intanto deve essere chiaro che il punto fondamentale è la riqualificazione energetica delle nostre case!
Infatti un punto fondamentale è che la classe energetica veda il miglioramento di due classi energetiche, oppure una a condizione che si arrivi alla classe massima consentita, il tutto va chiaramente attestato da un tecnico che emetterà il certificato energetico prima dell’inizio dei lavori e poi ne emetterà uno nuovo a lavori conclusi.
Vediamo ora quali sono in specifico i lavori non solo consentiti ma richiesti dalla nuova normativa,
Cappotto termico: primo in assoluto è la posa del cappotto termico che deve interessare almeno il 25% della superficie disperdente lorda della casa, i materiali che saranno usati devono rispettare i criteri minimi già previsti dalla legge per la tutela ambientale dell’ottobre 2017.
Per l’esecuzione di questi interventi occorre il rispetto di massimali previsti che sono:
50.000,00 euro per gli edifici unifamiliari, o all’interno di edifici plurifamiliari che siano indipendenti e che dispongano di uno o più accessi indipendenti, in specifico in questo caso si intendono ad esempio le villette a schiera;
40.000,00 euro per ogni unità immobiliare per gli edifici da due ad otto unità immobiliari;
30.000,00 euro per ogni unità immobiliare per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.
Impianto riscaldamento: interventi di miglioramento degli impianti di riscaldamento e/o raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria sulle unità unifamiliari o plurifamiliari ma che dispongano di più accessi indipendenti con nuovi impianti a condensazione ma che raggiungano la classe A, con pompe di calore, con impianti ibridi o geotermici anche in abbinamento con impianti fotovoltaici o con impianti di microcogenerazione o nelle aree non metanizzati anche con caldaie a biomassa aventi prestazioni emissive con valori pari almeno alla classe 5stelle ed infine, solo per i comuni montani con l’allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente.
Anche per questi lavori abbiamo un massimale da rispettare che è pari a 30.000,00 euro comprensivo anche delle spese di smaltimento del vecchio impianto.
Diversa invece la situazione per gli immobili plurifamiliari, dove i limiti di spesa sono:
20.000,00 euro per ogni unità immobiliare per edifici fino a 8 unità immobiliari;
15.000,00 euro per ogni unità immobiliare per edifici composti da più di 8 unità immobiliari
Questi di cui abbiamo parlato sono considerati gli interventi trainanti per poter ottenere il recupero del 110%, ossia anche uno solo di questi interventi potrebbe essere sufficiente al recupero fiscale, sempre a condizione che, e non mi stancherò mai di dirlo che questi interventi siano sufficienti al recupero di due classi energetiche dell’immobile sul quale andiamo ad intervenire.
A questi interventi trainanti posso essere abbinati altri interventi per migliorare ancora di più l’efficientamento energetico della nostra casa e sono:
- posa dei pannelli solari:
- posa di accumulatori di energia collegati ai pannelli fotovoltaici fino ad un tetto massimo di euro 48.000,00 e comunque non più di 2.400 euro per ogni km di potenza
- tutti gli interventi già previsti dal vecchio ecobonus, uno su tutti la sostituzione dei serramenti.
Vediamo ora chi ha diritto ad utilizzare questa opportunità, direi che la platea è molto ampia, dai condomini, tutte le persone fisiche che vogliano intervenire al miglioramento della classe energetica della propria abitazione intesa come prima casa, ma anche alle seconde case, è concessa questa detrazione solo per due unità abitative; a tutte le imprese costruttrici che vogliano riqualificare un immobile per poi rivendere le unità abitative riqualificate e realizzate; le cooperative di abitazione a proprietà indivisa; le associazioni sportive per gli immobili adibiti agli spogliatoi.
Sono invece escluse da questa agevolazione le unità immobiliari rientranti nelle categorie catastali A/1 abitazioni di tipo signorie, A/8 abitazioni in ville ed A/9 castelli e palazzi storici.
Vediamo ora un po’ di burocrazia ossia quali sono i documenti che servono, come vi dicevo prima non basta chiamare il l’idraulico di fiducia, innanzitutto occorre il certificato energetico prima di iniziare qualunque lavoro! Ricordate che il certificato energetico andrà rifatto al termine dei lavori per accertare il miglioramento della classe energetica.
Occorrerà comunicare in via telematica all’agenzia delle entrate gli interventi che si andranno a realizzare, per questo occorre attendere il provvedimento attuativo dell’agenzia delle entrate, sarà necessario farne anche comunicazione all’Enea.
Occorre affidarsi ad un tecnico abilitato il quale dovrà fare una dichiarazione asseverata con cui attesterà i requisiti tecnici rispettati durante tutta la fase della realizzazione dei lavori, dovrà anche asseverare i costi secondo il prezziario predisposto dalla regione sulla base di listini ufficiali, tale asseverazione dovrà essere emessa a fine lavori o per ogni stato avanzamento lavori.
Ma la domanda che sicuro tutti si faranno è: come faccio a recuperare i costi che devo sostenere?
Ecco l’introduzione anche per il superecobonus dello sconto in fattura e/o cessione del credito. E’ sicuramente la parte più interessante della nuova norma per la quale occorre però ancora attendere i provvedimenti attuativi dell’agenzia delle entrate e del ministero delle sviluppo economico che andranno sicuramente più nel dettaglio della documentazione necessaria. una cosa è sicura, servirà un consulente che rilasci la dichiarazione di conformità che attesti la sussistenza dei presupposti che daranno diritto alla detrazione d’imposta. Inoltre la scelta se optare per lo sconto in fattura o optare per la cessione del credito dovrà essere comunicata telematicamente all’agenzia delle entrate, pertanto solo un consulente abilitato potrà fare questo passaggio.
Come già anticipato occorre attendere le circolari attuative dell’agenzia delle entrate, vi invito pertanto ad iscrivervi al mio canale per rimanere informati ed appena possibile vi darò nuovi aggiornamenti.